“Prima "compact" nonché unica berlina statunitense a motore posteriore: pare fosse molto gradevole da usare a motore spento e facendo "bruum-bruum" con le labbra; meno gradevole (sono sempre i soliti incontentabili a parlare) era viaggiarci.
Qualcuno definì la vettura "unsafe at any speed = insicura a ogni velocità" ma probabilmente esagerava. Infatti, alla velocità di 10 mph, su strada rettilinea, perfettamente rullata e senza vento laterale un esperto pilota le scodate riusciva a controllarle, qualche volta.
La vettura inaugurò la cosiddetta linea "a saponetta" forse perché il suo designer - di probabile ascendenza scozzese - per evitare sprechi appiccicò una saponetta consumata su una nuova e, osservando il risultato, si chiese "Why not?" Comunque il risultato non fu male: in effetti la Corvair aveva una linea filante e innovativa; il guaio è che, successivamente, altri designer tentarono d'imitarla con risultati inqualificabili (vedere alla voce NSU Prinz). Probabilmente i dirigenti Chevrolet dell'epoca ebbero l'idea di realizzare una sorta di "Maggiolino" adattato ai gusti americani. Infatti il motore era un boxer (a 6 anziché 4 cilindri) raffreddato ad aria; purtroppo però il risultato fu che la Corvair se la cagarono tra pochi temerari, mentre il Maggiolino, giusto in quegli anni, cominciò a diventare molto trendy tra i giovani yankees.
Una chicca: il piantone dello sterzo era un unico pezzo, per cui, in caso d'urto frontale arretrava nell'abitacolo infilzando lo sventurato guidatore meglio di D'Artagnan. Altra chicca: per il riscaldamento dell'abitacolo la Chevrolet non trovò di meglio che munire la vettura d'un bruciatore a benzina sistemato nel cofano/portabagagli anteriore, motivo per cui, sempre in caso d'urto frontale, se il guidatore rischiava d'essere trafitto, gli altri occupanti rischiavano di finire arrosto.
Chicca finale: pare che, spesso, i gas combusti trafilassero nell'abitacolo.
In conclusione si potrebbe definire il modello ideale per un suicidio, individuale o di gruppo.”
Recensione inviata da Luciano De Dionigi di Padova
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12 Commenti
Il muso somiglia alla NSU Prinz
..ehm, se leggevi il post te risparmiavi un commento :) o Erro?!
Il motore lo usano per idune buggy
Ma esistono ancora i dune buggy?... Quasi quasi mi commuovo: mi riportano indietro di quarant'anni!
A differenza del mitico Maggiolino, il motore della Corvair era posizionato troppo indietro, e lo chassis aveva la stabilità peggiore di una Ape Piaggio.
Il crollo delle vendite, avvenne all'uscita del libro dal titolo: INSICURI A QUALUNQUE VELOCITA'.
I pochi aspetti positivi di questa vettura, era l'eccezionale confort interno, grazie alla sua spaziosità e la mancanza del tunnel del cambio.
Luca
A differenza sua però, la versione della Chevy Corvair Monza ha una linea di tutto rispetto, accattivante persino per certi aspetti...
E' stata la "mamma", oltre che della "mia" Prinz, anche delle Fiat 1300/1500 e della Zaz "prinzona".
Una linea, non disprezzabile, di altri tempi.
Franco
per me è una bella auto. Alla fine la stabilità non conta più di tanto, e un po di puzza si tollera sempre. Non capisco tutta questa ostilità.. :D
NESSUNA ALTRA CASA AUTOMOBILISTICA STATUNITENSE HA AVUTO IN QUEGLI ANNI IL CORAGGIO DI INSERIRE TANTE INNOVAZIONI IN UN SOLO MODELLO RISCHIANDO DI TASCA PROPRIA . A PARTE QUESTO A ME QUESTA AUTO E' SEMPRE PIACIUTA PER LA SUA LINEA ORIGINALE E A SOU MODO PERSINO SPORTIVA.
Difatti caro Dario, esisteva il modello denominato Monza, più bassa, più leggera, più sportiva e con due portiere in meno.
La Casa Chevrolet credette moltissimo allo sviluppo Corvair, voleva contrastare e appannare le vendite del popolare, piccolo Maggiolino Tedesco, che in quel periodo spopolava dappertutto, copiandone architettura e in parte tecnica costruttiva. Purtroppo con 6 cilindri contrapposti un pò troppo al di fuori oltre l'assale posteriore, la macchina risultava inguidabile e pericolosissima, ancor più con fondo bagnato, inefficaci e da film Horror gli pneumatici ed i freni.
Dallo stesso pianale nacque anche il modello Van a 6 - 9 posti e Pickup, quest'ultimo a pieno carico era decisamente più sicuro, ma non bastò a decretarne il suo scarso successo e l'arresto in tronco delle vendite.
Luca
questa macchina secondo me non merita la cattiva fama che si è fatta. che con il metro del 2011 non sia il massimo passi ma non era affatto pericolosa per quei tempi, infatti dalle indagini eseguite negli anni 70 risultò essere perfettamente allineata alla concorrenza. basta vedere che cosa circolava in america (ma anche in europa).
anzi la corvair era molto innovativa per quei tempi, e una delle pochissime ad essere progettata prestando un minimo di attenzione alla sicurezza in caso di incidente con la scocca rinforzata. di certo era più sicura di un maggiolino.
il putiferio creato attorno a questa macchina ha fermato il progresso dell'industria americana che è tornata a costruire barconi pieni di cromature con telai a X.
anche io faccio il bastian contrario sulla corvair, negli anni 50-60 la stabilità di questo modello era l'ultimo dei problemi. oltre ai telai ad X (che non hanno protezione laterale e sono flessibili) c'erano i piantoni non collassabili, le gomme a tele incrociate, i sedili a divano o quelli fragilissimi che si usavano in europa (nella mini non erano neppure fissati al pavimento).
ebbi la fortuna di trascorrere qualche tempo negli stati uniti e di provare un paio di musclecar... ho seri dubbi che la corvair sia peggio della media. con maggiolino, 850, la dauphine, renault 8 che circolavano in gran numero in europa.
la sicurezza è stata trattata come qualsiasi aspetto di marketing, come dimostra tucker, finchè non è servita a fare soldi non interessava a nessuno. per es una causa di morte tipica negli incidenti per i passeggeri era la recisione della carotide sul bordo del cruscotto, è un problema risolvibile in 2 secondi in fase di progetto. la volvo iniziò con le cinture ma la gente non le guardava neppure, erano altri tempi. non metto in dubbio il lavoro di nader ma la corvair fu un pretesto per farsi buona pubblicità. quando si fecero gli esperimenti applicativi l'unico criterio di sicurezza era costruire carri armati. (vi assicuro che quei macchinoni di 6 metri venivano lanciati a 60 all'ora contro un muro e si rompeva solo il paraurti, pensate un pò le decelerazioni in gioco).
dalla fine degli anni 60 alla fine degli 80 non ci fù vera necessità di pensare veramente alla sicurezza.
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