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TRIUMPH ACCLAIM ..by Luciano De Dionigi

TRIUMPH ACCLAIM
LE VOSTRE RECENSIONI La Triumph, all'interno di British Leyland - holding nella cacca già alla fine degli anni '70 - era ancor più nella cacca.  L’abominio Dolomite, il tramonto della letale Spitfire e l'insucCESSO della TR7 (TR stava per Tr***ta?) l'avevano messa in crisi.
D'altro canto alla fine del 1979, dopo lunga e laboriosa trattativa nei WC dirigenziali (rivestiti in marmo di Carrara e muniti di profumatori Air Fresh taroccati e prodotti abusivamente nelle fogne di Calcutta), la British Leyland aveva stipulato un accordo con la Honda per produrre su licenza in Inghilterra la media varata con il nome di Ballade a causa d’un errore di battuta della dattilografa che avrebbe dovuto scrivere “Ballate” (per esorcizzare gli spiriti maligni), una brutta copia dalla Civic, ed il marchio prescelto per dar seguito alla joint-venture fu proprio quello Triumph, con l’approvazione di Frankenstein che, sotto mentite spoglie, aveva patrocinato la joint-venture. Si trattava d’un accordo d’importanza storica, il primo tentativo d’un costruttore giapponese di entrare nel mercato europeo, aggirando dazi e contingentamenti, ma che causò un’ondata di harakiri tra i dirigenti della casa nipponica. Così nel 1981, tolti (troppo tardi) dal listino tutti gli altri modelli Triumph, venne avviata la produzione dell'autovettura, commercializzata col nome di Triumph Acclaim.
Notizia buona: d’inglese c'era veramente poco (i sedili anteriori modificati, la scelta dei tessuti di rivestimento dell'abitacolo e la grafica della strumentazione) oltre all'assemblaggio, e questa è la notizia cattiva.
Dal punto di vista estetico, la Acclaim, assolutamente identica alla Ballade (qualcuno vuole spiegarmi che fine aveva fatto la Ballade nel frattempo?) era una berlina a 3 volumi e 4 porte, non particolarmente originale e neppure dotata dell'eleganza delle Triumph precedenti (quest’ultimo parere non è mio ma fu espresso da Gianni e Pinotto), mentre tecnicamente aveva un'impostazione moderna.
Giapponese al 100% anche il motore, un 4 cilindri in linea di 1335cc con albero a camme in testa e alimentazione a carburatore singolo. Con 71cv a disposizione ed un peso di soli 785kg, la Acclaim era brillante ed economica per tutta la durata della garanzia, poi erano capperi dell’acquirente. Al momento del lancio nella spaz... pardon, sul mercato (1981) la Acclaim era disponibile in 5 allestimenti, che differivano tra loro unicamente per il grado di finitura ed il livello di dotazione. Sul mercato italiano arrivarono solo (Solo? Anche troppi!) l'intermedio HL, l' HLS con finestrini elettrici anteriori e posteriori e il top di gamma, CD, con cambio automatico. La linea, ancora lontana dai gusti estetici europei e dall'eleganza delle Triumph precedenti (Aridaje! I nomi Herald, Toledo e Dolomite vi dicono qualcosa? No? Meglio così: vi risparmiate di vomitare), e l'impostazione generale della vettura, più improntata alla praticità che alla raffinatezza talvolta... contraddittoria (per non usare termini adatti solo a un pubblico adulto) delle vetture inglesi, ne limitarono il successo. La Acclaim fu prodotta fino al 1984 in 133.625 esemplari.
Con l'uscita di scena di questo modello, venne abbandonato definitivamente anche il marchio Triumph (God save the Queen!), salvo che per le moto le quali, va detto, sono d’una qualità ben diversa rispetto a quella delle defunte vetture con lo stesso brand.

Recensione inviata da Luciano De Dionigi di Padova

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20 Commenti

pietro mastroleo ha detto...

Recensione che non fa una grinza. L'auto me la ricordo bene(purtroppo). E' da punire non chi l'ha fatta ma chi l'ha comperata che ha contribuito a far entrare sta fetenzia nel nostro non più bel paese.

mezzotoscano ha detto...

Di autofetenzìe ne circolano tante, caro Pietro, ma non è certo colpa di queste se il nostro non è più un Bel Paese (staccato per non confondere con il formaggio).
Capisc' a 'mmé

Pietro Mastroleo ha detto...

@ Mezzotoscano
Di chi le guida, di chi ci sale come passeggero...
ecc. Me lo aspettavo eh eh. I tuoi interventi sono sempre un genuino condimento dal sapore equilibrato, duraturo e a largo spettro. Bravo!!!

Anonimo ha detto...

Sarà stata meglio la Fiat Panda che faceva acqua da tutte le parti e non è un modo di dire! Attraverso il cavetto dell'aria quando pioveva si allagava l'abitacolo. Queste sono le auto che produce il bel paese.
L'Acclaim per il periodo era una gran macchina con vetri elettrici su tutte e quattro le portiere vetri azzurrati antiriflesso ed interni da salotto.

Luciano ha detto...

Tra tante Autodimerda, ho avuto pure una Panda 45 d'occasione, la quale - quando l'acquistai - aveva già 40000 km, e con la quale raggiunsi i 90000 km senza notare la minima infiltrazione d'acqua nonostante la parcheggiassi all'aperto tutti e cinque gli anni in cui la tenni come seconda macchina.
Una sola volta - durante una gelata - mi piantò per strada, in quanto avevo scordato di posizionare su "inverno" un selettore presente sul filtro aria, per cui il carburante ghiacciava nel collettore d'aspirazione (oggigiorno di certe manovre s'è persa anche la memoria); fortunatamente un meccanico lì in zona rimediò soffiando con un phon sul collettore e posizionando correttamente il selettore; durata dell'intevento, dieci minuti, costo: "facciamo tutt'un conto la prossima volta".
Un'altra volta, dopo parecchi chilometri sotto un diluvio che provocò allagamenti in tutto il territorio, la macchina si rifiutò di ripartire, ma tanto era già sotto casa e bastò lasciarla asciugare una mezz'oretta perché "risuscitasse" come per incanto.
Altri difetti: un "bollino" di ruggine (renitente alle numerose applicazioni di "Ferox" e simili intrugli antiruggine) sopra il lunotto e l'orologio digitale ormai defunto e non più reperibile.
Tutto qua.
Mai cambiato l'olio né il relativo filtro, una sola volta filtro dell'aria, candele e pastiglie freni (forse).
In definitiva mi rese un servizio adeguato a quanto potevo attendermi e paragonarla a una vettura d'assai superiore livello (e d'assai inferiore diffusione) mi sembra una forzatura dettata dalla solita, ormai centenaria e noiosa diatriba: "Straniera o Italiana?"
Ognuno faccia le sue scelte secondo i suoi gusti e lasci perdere i "Ma, però..." più o meno seriosi... Tipo quelli che ho appena fatto io.
Questo sito non è dedicato a certi argomenti ma a chi ama farsi quattro risate alla faccia del più costoso e alienante giocattolo mai inventato da menti perverse... Dico bene, AdM?

Anonimo ha detto...

porca zozza, e dire che ho a casa un depliant intonso di questo gabinetto presidenziale!! deve essere proprio una rarità! ora che ho letto la recensione lo impilo sotto i rotoli di carta igienica in ripostiglio, non si sa mai che possa realmente servire!!

Anonimo ha detto...

Eppure vi diro' che quest'auto nell'84 costava meno di una uno(che aveva i sedili come optional)
la meccanica era perfetta (o forse era meglio la seat malaga??) gli interni ancora oggi la punto se li sogna... esteticamente non era il massimo, perche la linea non era europea,,, ma se guardiamo bene bmw ,mercedes o volkswagen( come la jetta) mamma mia.....quelle erano mer.a prestigiosa tedesca....

Anonimo ha detto...

Non fu la Spitfire, ne tantomeno il modello TR7 a decretare il fallimento della casa TRIUMPH (British Leyland).
Bensì la sconosciutissima STAG con motore 3 litri V8.
Il suo motore non era altro che l'unione di due propulsori della Dolomite 1500 saldati assieme. In breve tempo si provocava la fusione delle guarnizione testata.
La ruggine prendeva piede velocemente nel serbatoio benzina e nei bordi della parete tagliafiamma.
Bella, moderna, comoda ma una vera macchina di merda....

Anonimo ha detto...

C'è ne è ancora una che gira per Bergamo di queste Acclaim,una 1.3 marrone metallizzato. Incredibile,ma va ancora. Un po' conciata di carrozzeria e con un rumore da motore "spompato" ,ma va ancora. Non è bellissima,ma appunto non tanto diversa dalla BMW serie 3 E30 o dalla Jetta(o Regata o Prisma).
La Stag l'ho vista dal vero ad un raduno di auto d'epoca.Il proprietario mi ha anche aperto il cofano e mostrato il motore tutto orgoglioso. Una bella macchina a vedersi,dell'affidabilità non me ne ha parlato,ma doveva tenerla talmente bene,che se aveva difetti non li mostrava. Si compiaceva invece della coppia vigorosa...e come potrebbe essere altrimenti con un 3.0 V8 che non arrivava neanche a 150 CV! Un Alfa se la divorava in velocità!

Anonimo ha detto...

MICHAEL 1963 .
Eh si, perchè prendersela troppo con la povera "Acclaim"? Era figlia del suo tempo e della necessità da parte della British Leyland di proporre velocemente qualcosa di nuovo sul mercato e che costasse il meno possibile! Ricordo bene quando fu presentata sul mercato. La linea era quella della Honda "Ballade", con interni ben rifiniti e il motore, se ben ricordo, era un 1.300 cc tre valvole per cilindro moderno e brillante per l'epoca, sempre di provenienza Honda.
Non se ne vendettero molte, però una certa diffusione la raggiunse, proprio per le sue buone qualità generali e il prezzo economico, anche se quella linea così poco europea non piacque tanto.

Anonimo ha detto...

quando il Jap era Jap. Io le preferivo nettamente alle giapponesi di oggi

Anonimo ha detto...

D'accordo che una rondine non fa primavera, ma possiedo una Spitfire da 36 anni e mezzo, con oltre 180.000 km percorsi, con ancora la sua capotte di tela originale e perfetta anche nella plastica trasparente, che utilizzo almeno due volte alla settimana, che non mi ha dato più fastidi di altre auto di livello ben più elevato,e che NON considero un'auto di merda!
Caso mai di merda si sono rivelati alcuni meccanici e carrozzieri a cui è stata affidata per interventi di "routine", compresi quelli di almeno due concessionarie!

enzo ha detto...

Nei primi anni 80 un mio cugino aveva una Triumph Acclaim verde metallizzato e ne era entusiasta, ne aveva ben donde: superaccessoriata, ben rifinita, comoda, spaziosa e andava molto bene. Mi piaceva molto quella macchina, nonostante avesse una linea poco consona ai nostri canoni estetici; a tutti gli effetti era una Honda di quegli anni.

Anonimo ha detto...

una califfata eccezzzziunale

Anonimo ha detto...

Mio padre ha una Acclaim, e la guida tutt'ora quotidianamente. Il bello è che, in questi 29 onorati anni di carriera, non ha mai avuto un problema tecnico serio.

Anonimo ha detto...

La Acclaim è stata la mia prima auto, ereditata direttamente da mia madre che l'aveva ereditata da mio padre. Ottima vettura, niente a che vedere con FIAT e altre schifezze italiane che erano sempre in officina. 200.000 Km e MAI un guasto, giuro, MAI. Ho fatto pure un incidente con la Triumph, ho tirato giù non uno ma TRE pali segnaletici, l'ultimo dei quali un indicatore bello grosso, la macchina si blocco nella colata di cemento della base del palo appena divelto e....niente! Solo una foratura perché avevo preso lo spartitraffico a 80 Km/h. Sono rimontato in macchina e una volta scastrata dal cemento sono ripartito e ho fatto 400 Km per tornare a casa. Brutta era brutta, ma i giapponesi i motori li sanno fare, altro che FIAT...

Unknown ha detto...

E' stata l'auto di famiglia dall'81 all'88... bianca HL, mio padre decantava il motore e il cambio perfetti, dopo anni di Lancia e Alfa era entusiasta della meccanica e dell'affidabilità. Certo non ti giravi di certo a guardarla! e pensare che nel mio condominio ce ne era un'altra identica.... erano le uniche 2 in Bergamo, a parte quella beige descritta qui sopra

Anonimo ha detto...

Meglio della 131 (FIAT)

Unknown ha detto...

ebbene si..io nel 1984,in novembre, sono andato in viale certosa da bepy koellingher e ho comprato una Acclaim bianca 1300 , sedili in tessuto marrone alzacristalli a manovella.
Non ricordo esattamente quanto la pagai, credo 11 milioni di lire e qualche cosa.
La pagai in contanti con un assegno e il venditore quasi non volle crederci tanto fu veloce la vendita.
Per me erano tempi strani, complicati e fui costretto a vendere la mia volvo sw perchè la vita era cambiata.
La tenni sino al 9 gennaio 200, quando a Piacenza, in autostrada, il cambio si ruppe e fui costretto a rottamarla.
Fu il suo ultimo viaggio e anche questo nel momento in cui la mia vita stava cambiando ancora.

Unknown ha detto...

A quello che ho scritto qui sopra , aggiungo che non è vero che la sua linea era brutta, era una berlinetta piccola e classica che ovviamente non poteva piacere ai giovani, ma non era affatto brutta.

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