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CHEVROLET IMPALA 1958 ..by Luciano De Dionigi

CHEVROLET IMPALA
LE-VOSTRE-RECENSIONI“Premessa.
Chi si occupa di zoologia sa certamente che l’Impala (sostantivo maschile, nome scientifico Aepyceros melampus) è un mammifero artiodattilo; per i meno esperti mi limito a dire che l’animale appartiene alla categoria delle antilopi, ha forme agili ed eleganti e corna assai acuminate in grado di tenere a bada - quando l’animale non riesca a fuggire grazie alla straordinaria velocità - anche pericolosi predatori.
In una relazione stilata dall’autorevole studiosa prof. Prassede Bergonzoni - dell’ateneo di Forlimpopoli - il nominativo Impala venne attribuito all’animale dal compianto naturalista, dott. Calogero Settechiappe (tre culi e mezzo) - libero docente presso l’ateneo di Lercara Friddi - il quale aveva notato come l’animale, quando combatte contro un predatore intenzionato a farsi una merendina, adotti la seguente tattica: grazie alla prodigiosa agilità, con un brusco scatto di lato seguito da doppia piroetta carpiata, si porta fulmineamente dietro l’aggressore e, approfittando di tale posizione a lui favorevole, lo impala con una delle corna producendo micidiali lacerazioni e, siccome il prof. Settechiappe aveva conseguita una seconda laurea in proctotraumatologia, v’è da credergli.
Secondo alcuni co.co.pro.Co.co.pro. è il contratto a progetto. E' una tipologia di contratto di lavoro introdotta nel 2003 con la Legge Biagi. Teoricamente con un contratto di collaborazione a progetto, il lavoratore resta autonomo senza vincoli di subordinazione al datore. - appositamente ingaggiati dall’Ufficio Ricerche del FMI (istituto molto attivo nel settore sodomizzazioni) - il corno più frequentemente usato sarebbe il destro ma si cita il caso di esemplari mancini che preferirebbero usare il sinistro, comunque la questione è tuttora controversa e anche un po’ antani.

Origine del nome

Verso la fine degli anni 50 Billy Brandystock, un creativo della Chevrolet, ricevette dall’ing. Ed ColeNicholas Edward Cole  (1909 - 1977) è stato un dirigente automobilistico americano della General Motors. Negli anni 50 divenne capo divisione prima e direttore generale poi della Chevrolet dirigendo tra l'altro lo sviluppo della compatta Corvair e dei primi convertitori catalitici. un plico contenente le foto del prototipo d’una nuova “automobile di prestigio alla portata del cittadino medio americano”, con l’ordine perentorio di trovare un nome alla sua creazione.
Quando Billy vide le foto rimase di stucco e si chiese:
“Macchecazz’è? Un nuovo modello di carro falcato?”
Per chi non lo sapesse, il carro falcato fu un mezzo militare molto apprezzato dagli antichi romani. Si trattava d’una biga ai cui lati venivano fissate lame tipo machete e funzionava così: mentre la pugna infuriava, il prode auriga si buttava a tutta manetta con il suo carro tra le truppe avversarie e lì le affilatissime lame affettavano un discreto numero di nemici. Poi le virtù guerriere degli antichi romani s’ammosciarono sicché tali veicoli vennero riciclati nelle innumerevoli arene dell’impero, in occasione di eventi sportivo-popolari. Il funzionamento era sempre lo stesso, solo che gli “affettati” non erano più nemici di Roma ma normali gladiatori, come del resto lo stesso auriga. Cicerone, nel suo “De affettatibus”, afferma che questo gioco circense fu molto gradito dai tifosi, assieme al gioco “Scannali tutti e torna solo”, al gioco “Ti sbudello?... No, tu no!” e al rancio delle belve a base di cristiani.
Billy, oltreché creativo di chiara fama, era anche un appassionato cacciatore; non per niente si recava spesso nel suo stato d’origine, l’Alabama, dove - all’epoca - si tenevano frequenti battute di “caccia-al-negro-che-per-sbaglio-aveva-orinato-nel-vespasiano-riservato-ai-bianchi”; però, in tali circostanze, non utilizzava una delle sue numerose armi da caccia bensì un leggendario M1 GarandL'M1 Garand è stato  il primo fucile militare semiautomatico a presa di gas in recupero e riarmo (8 colpi). Usato massicciamente nella seconda guerra mondiale, nella guerra di Corea e, più limitatamente, nella guerra del Vietnam, divenne il fucile d'ordinanza del soldato americano. da guerra, tanto i suoi compagni di battuta - tutti gentiluomini appartenenti al famoso Circolo Cacciatori KKK, sezione Alabama - non ci facevano caso. Fu perciò che, pensa e ripensa, Billy ebbe l’idea vincente.
“Potrei scegliere” si disse “il nome d’una specie animale, una scelta semplice e d’effetto sul grosso pubblico, ma non i soliti nomi tipo Tiger, Puma, Cobra, Mustang e simili banalità, un nome originale, poco conosciuto, un nome tipo... Boh?”
Billy non si perse d’animo. Ovviamente, da appassionato cacciatore, aveva un catalogo di tutte le specie cacciabili (afroamericani d’Alabama inclusi) con immagini in quadricromia, pertanto lo sfogliò finché la sua attenzione cadde sull’elegante e agile Impala.
“Vabbè, ‘sto cataplasma di macchina non è né elegante né agile, ma il nome è inedito; figurati se Ed, sprovveduto com’è, si rende conto che non è il più appropriato... OK: gli propongo Impala e, se non gli va, gli auguro  di beccarsi un corno di questa bella bestia nel sedere; tanto sono in trattative con la Ford, anche se mi licenzia a me che mi frega?”.
Indubbiamente i prodotti con tale brand ebbero un’enorme fortuna, tanto che ancor oggi il brand compare tra quelli Chevrolet.

La vettura

Il paragone tra un’Impala (al femminile) del 1958 con un carro falcato non appare troppo audace, grazie alla carrozzeria caratterizzata da una sconcertante gamma di elementi tipici - all’epoca - dell’estetica automobilistica yankee: modanature, rostri, scalfature, pinne, cornici e tante, tantissime cromature.
CHEVROLET IMPALA II REAR 1959La parte più impressionante era il monumentale posteriore, caratterizzato  da enormi e acuminate pinne orizzontali, sottolineate da profili cromati e lateralmente sporgenti dalla sagoma limite. Vista da dietro, viene da pensare che questa macchina sia stata vittima di ben pochi tamponamenti: infatti le pinne davano l’idea che, qualora un’Isetta, una 500, una Prinz eccetera l’avessero tamponata, il misero tamponatore sarebbe finito come Maria Antonietta di Francia dopo l’”operazione” (per tacere di ciclisti e motociclisti); però - all’epoca - negli States circolavano vetture ben più protettive delle summenzionate microfetecchie e pochi ci fecero caso.
Ad avviso di chi scrive, la vettura era pericolosa anche da ferma: mettiamo infatti il caso che uno sventurato pedone fosse stato colto da capogiro e si fosse abbattuto su un’Impala parcheggiata proprio lì accanto, bene che andasse dieci settimane di degenza s.c. non gliele levava nessuno.
E a questo punto chiudo formalmente la mia recensione, limitandola alle considerazioni estetiche di cui sopra; infatti non ho mai provato un’Impala, non ci sono mai salito sopra, mi limitai solo a vederne una in Svizzera, con targa svizzera, segno che anche tra i sobri e industriosi cittadini elvetici qualche facoltoso schizzato esisteva anche in quegli anni ormai remoti.
Quindi, dicevo, chiudo la mia recensione per evitare che il solito coatto “So-tutto-io” intervenga con l’abusata manfrina “Ma voi sfigati l’avete mai provata? Altro che auto di merda...” e via discorre(ggia)ndo.
Però mi siano consentite alcune postille: indubbiamente l’Impala, con il suo kitsch esagerato, dimostrava quanto abissale fosse lo spread tra stile yankee ed europeo: all’epoca gli States erano, in tutti i sensi, un’altra galassia. Eppure, a ben guardare, quei vistosi transatlantici delle highways, con i loro orpelli cromati, i loro motoroni assetati e asfittici, la loro ondivaga tenuta di strada, i loro inadeguati freni a tamburo (poco male, tanto i severi limiti di velocità venivano fatti rispettare da agenti ancor più severi) un loro indiscutibile fascino l’avevano.
Negli anni successivi le Impala si diedero una regolata: infatti in Chevrolet qualcuno s’accorse che, così com’era, l’Impala 58 costituiva un attentato alla pubblica incolumità e i modelli successivi s’imborghesirono sempre più, perdendo le caratteristiche di “corpo contundente su ruote” proprie dCHEVROLET IMPALA 2012ella progenitrice, al punto che - se si va sul sito Chevy Impala d’oggigiorno - compare una berlinona non sgradevole ma del tutto anonima... Eh sì, gente, viene proprio da chiedersi se la vera auto di merda non sia l’Impala del XXI secolo. A voi, miei esimi e pazienti lettori, la risposta.”

Recensione inviata da Luciano De Dionigi di Padova

VOTA LA CHEVROLET IMPALA DEL 1958QUESTO ARTICOLO FA PARTE DELLA SEZIONE LE VOSTRE RECENSIONI E CI E’ STATO INVIATO DA UN LETTORE DI AUTOdiMERDA. CONTRIBUISCI A MIGLIORARLO VOMITANDO SUL MONITOR.



19 Commenti

Anonimo ha detto...

Ho paura che se si comincia col recensire tutti gli ammassi di lamiera yankee dagli anni 50 ad oggi, non se ne esce più...la Impala è uno dei tanti esempi di eccesso kitsch per cromature, pinne, stilemi aeronautici e quant'altro caratterizzarono la motorizzazione USA dei ruggenti fifties, una merda di grande effetto scenico insomma! Sempre meglio di una tristissima Wartburg comunque...

Anonimo ha detto...

Credo che questa vettura a forza di sbattere contro i muri, ormai si sarà già spezzata le corna!

luciano ha detto...

@ 1 - Anche perchè, a parità di potere d'acquisto, credo che la Wartburg costasse di più

Pier ha detto...

Beh non c'è che dire.... al confronto anche il SUV più appariscente diventa una razionale utilitaria.
Forse quei flap posteriori erano una sorta di cruise control: ad una certa velocità creavano portanza e sollevavano le ruote posteriori. Ciò spiegherebbe l'avanzare ondivago.

Anonimo ha detto...

sulle origini del nome ci sono dei dubbi. secondo alcuni il progettista a bordo del prototipo dette un passaggio a un energumeno dalle strane tendenze che dopo pochi metri inizio' ad abusare di lui. fu allora che il progettista disse "scusi... ma che fa? Mi IMPALA ??"

mezzotoscano ha detto...

Ho sentito parlare di questa ipotesi.
Pare l'abbia formulata il prof. Peter Asta, libero docente presso l'Ateneo Anabattista del Texas e noto per essere stato compagno di corso di George W. Bush; si dice altresì che Peter fosse l'ultimo del corso, mentre George W. era il primo (e questo già la dice lunga).
Anni dopo, nel corso d'un colloquio confidenziale ad alto tenore etilico, George W. raccomandò Peter al rettore dell'Ateneo, ch/mo prof. Froche.
P.Q.M. oso esprimere qualche dubbio sull'attendibilità del prof. Asta.

Anonimo ha detto...

Meno male che il nostro ottimo moderno menestrello Angelo Branduardi non intendesse anche questo come "Dono Del Cervo"!

Anonimo ha detto...

capitato per caso su questo sito mi rendo conto immediatamente che e' fatto apposta per chi di auto in generale (non parlo solo di chevrolet del '58 o '59) non capisce un cazzo

enzo ha detto...

Meno male che grazie al caso, c'è chi è stato in grado di capire che questo sito è fatto apposta per chi non capisce un cazzo di automobili. Gentile esperto anonimo n°8, vorrebbe indicarci un sito per esperti e conoscitori di automobili come lei? Per il momento ringrazi il caso che l'ha fatta scoprire scoprire questo sito, dopodiché può anche andarsene affanculo. Giusto per rimanere in tema: Trovo la Chevrolet Impala degli anni 50, molto affascinante, nonostante cromature e pinne ridondanti.

mezzotoscano ha detto...

@ enzo
Don't feed trolls.
In Italia - si dice - ci sono 60 milioni di commissari tecnici della Nazionale. A quanto pare gli esperti di auto sono pochi di meno... e noi non siamo tra questi, forse perché conserviamo ancora qualche briciolo di materia grigia?

Anonimo ha detto...

Non potete dire niente contro la mitica Impala era bellissima immaginate come ci si sente ad andare in giro con un'auto così

Unknown ha detto...

E sarebbe brutta?? ...boh.

Anonimo ha detto...

Brutta non è di certo, solo che però in Italia hai automaticamente gli agenti del Fisco aizzati contro... Non oso pensare quanto consuma sto' "carro falcato"... Davvero fatta apposta per un Paese senza accise.

Anonimo ha detto...

Prima di scrivere gli articoli pippate meno roba. Non capite una sega di auto in generale. Tornate a giocare alla play.

Anonimo ha detto...

Tu invece, che di auto ne capisci dimmi un motivo per non mettere questo letame tra le auto più merdose della shit-parade.
quanto alle seghe...a buon intenditor poche parole

Anonimo ha detto...

Sui nomi come Ford Escort allora. Noi con Fiat tipo punto idea ecc. Stiamo calmi va al estero penso non sapessero bene cosa intendevano .(piaggio cosa)

Anonimo ha detto...

L'impala come assurdità deve essere abbastanza proverbiale anche negli USA. Infatti, nel film di FF Coppola "Peggy sue si è sposata" ,la protagonista, trentenne, torna al liceo in un fantasioso viaggio nel tempo e non vuole saperne di stare col suo sposo del presente, che è un tale coatto che ,parlando del rifiuto di lei ,esclama "ho anche l'auto giusta!" ebbene era proprio una Impala del 58....

Kon ha detto...

Le prime Impala erano davvero esagerate e barocche, ma quelle di metà anni '60 invece sono assai più piacevoli da guardare. Le versioni coupè SS poi erano proprio una figata, delle vere muscle car.

Anonimo ha detto...

Per definire questa un'auto di merda non si deve capire proprio un cazzo di auto

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