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VOLKSWAGEN up!

VOLKSWAGEN up!
GERMANIA La Volkswagen up! è arrivata, stand up! E’ la nuova citycar compatta della famiglia Volkswagen, una piccola automobile a quattro posti da guidare con le ginocchia in bocca saltandoci dentro in modo da sfondarsi la corteccia cerebrale a ritmo di dance music! And up & down, up & down, are you ready? La perdita graduale della coscienza e della memoria aiuterà anche a dimenticarsi del prezzo corrisposto, da € 10.600 a € 12.900... really up!

La up! dei record

Eppure grazie ad un passo generoso di 2,42 mt. la spaziosità interna resta sorprendente  e per esaltare ulteriormente questa importante caratteristica, i collaboratori del reparto Comunicazione della Volkswagen si sono arrotolati in una up! nel maggior numero possibile, stabilendo un  record mondiale: 15 donne, un uomo, un’ernia iatale e una gravidanza. VOLKSWAGEN UP RECORDDue nel bagagliaio, una distesa sulla plancia, sette nei sedili posteriori, quattro in quelli anteriori, una nel posacenere e il fecondatore sotto il pianale agganciato al cambio tramite il suo up! ma a quanto sembra, con retromarcia inefficace: tutti a bordo con portellone, porte e finestrini chiusi. Unica regola: vietato scorreggiare.
La nuova up! è innovativa e al passo coi tempi in ogni dettaglio, dal portellone in vetro scuro che ricorda la Y10 degli anni ‘80, alla linea zoologica nata dall’accoppiamento saffico di una Lupo con un’Arosa in bocca ed una Fox operata. Il frontale di up! sembra che ti sorrida e ti dica: “Bravo! Mi hai comprato e adesso sono ca... tuoi :)”

L’up! dance

A Bratislava, in Slovacchia, il Gruppo Volkswagen assemblerà sulla stessa piattaforma MQBLa piattaforma MQB,  su cui verranno realizzati 60 nuovi modelli Volkswagen, Audi, Seat e Skoda, è caratterizzata dalla predisposizione per la trazione anteriore o integrale, con disposizione trasversale del motore. Consentirà al gruppo un risparmio di circa un miliardo di euro all’anno. anche la Seat Mii (pronuncia: Mii... u capisti?) e la Skoda Citigo (pronuncia: non pervenuta), identiche in up! ed anche in down! Tutti in pista!

SEAT MII SKODA CITIGO

Alla consolle l’intramontabile Walter De SilvaWalter Maria  De Silva è un designer italiano attivo nell'automotive design. Inizia la sua carriera professionale nel Centro Stile Fiat a Torino per poi passare in I.De.A Institute, ma i suoi successi arriveranno solo con l'Alfa Romeo. Dal 2007 diventa capo del Centro Stile Volkswagen Group, supervisionando lo stile di tutti i marchi del gruppo., designer jockey italiano di fama mondiale che ha utilizzato i tre cessi modelli come giradischi in modo da mixare i pezzi in sequenza senza brusche variazioni di scarico al fine di creare un flusso sonoro e scenografico continuo, a favore del pubblico in coda per entrare nel modello cesso. 
Il divertentismo è maggiore se si sceglie di montare l'ampio tetto panoramico sollevabile e scorrevole, disponibile a richiesta. E’ sufficiente premere un pulsante e up! la macchina si sfascia aprendosi come una cozza, lasciando entrare in pista più luce, più aria fresca e più imbucati. La sicurezza non è una questione di dimensioni, ma di profilassi. Lo spazio limitato non permetterebbe comunque di “alzare il gomito”, in questo modo up! smentisce il luogo comune secondo il quale le auto di grandi dimensioni sarebbero più sicure di quelle piccole, inoltre per i bambini, i seggiolini possono essere ancorati alla carrozzeria della vettura mediante il pratico sistema di occhielli di fissaggio ISOFIX, disponibile anche per il conducente.

Line-up!

Gli allestimenti disponibili sono altrettanto divertenti ed originali:
- La “Take up!” ti sorprenderà. Scoprirai come prendertela up! in modo deciso ma sicuro senza restare castrato grazie ai quattro airbag, inoltre con il sistema viva voce Bluetooth a comando vocale potrai condividere i tuoi gemiti con i tuoi amici: Thumbs up!
- La “High up!” è per i professionisti del ramo, ancora più in up! Sono di serie ad esempio, il volante rivestito in pelle soda e profumata da accarezzare e stringere con vigore prima dell’innesto e il navigatore “maps + moremaps + more è un computer  di bordo integrato nel cruscotto. Visualizza le informazioni relative a regime di giri, temperatura esterna e consumo di carburante. La funzione Media consente di gestire l'autoradio tramite il display touchscreen.” che ti assiste indicandoti le posizioni più soddisfacenti. Thumbs up!
- Le “White up!” e “Black up!” non hanno bisogno di presentazioni, il black notoriamente offre sempre lo stantuffo più generoso ;) Thumbs up!
Con la nuova up! Volkswagen porta al debutto un motore a benzina tre cilindri 1.0 con potenze di 60 e 75 CV. Con l’ausilio del sistema Start & Stop inoltre, è in grado di percorrere fino a 24 km con un litro, mentre col sistema Up & Down riesce a saltare fino a 24 metri di altezza.
Volkswagen up! sempre più in altooo...


ANNUNCIO LISTINO VENDITA VOLKSWAGEN UP

ANNUNCI DI MERDA
”Siete tutti invitati all’opening party per la serata inaugurale della nuova Volkswagen up! Ingresso 10.600 Euro, donna omaggio. Info e prenotazioni su www.autodimerda.up! Special guest: Toto Cutugno live in Wolfsburg 2012 tour...”



volkswagen up! - VIDEO DI PRESENTAZIONE



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FIAT ESV 1500 ..by Matteo Grasso

FIAT ESV 1500 PROTOTIPO
LE-VOSTRE-RECENSIONI “Finalmente un vero elettrostimolatore”

“La FIAT ESV 1500 fu un progetto nato a Torino nel  lontano 1972. Dal particolare e singolarissimo acronimo  che  stava per Elettro Stimolatore Vulvare a  Volumetria  Variabile. In Italia era conosciuta da tutti invece, per la definizione che stava per:

E = Eau de Toilette “Acqua della tazza del cesso”.
V = Viscido al tatto, sgradevolmente molle e scivoloso.
S = Scadente, di poco pregio e di qualità inferiore.

A parte qualche particolare estetico, era una copia fedele e mal riuscita della rinomata e ferocissima Fiat 126, con motore posteriore di 594 cc,  2 cilindri turboperplessi (18CV), trazione posteriore con accensione a manovella, optional: con accendino Zippo.
FIAT ESV 2000 CONCEPT CAREsisteva altro modello più  grande, con motore 850, un carro attrezzi travestita da centoventisettona del menga, più pesante e dozzinale, ma lievemente più sicura. Ma adesso torniamo a concentrarci su questa merdaccia di ESV 1500. Il consumo di carburante era sempre quello, ci uscivan fuori 10 – al massimo 11 km con un litro di costosa benza (non dimentichiamoci la situazione petrolifera di quel periodo). Venne rinforzata la zona del tetto (in caso di pesca si ci poteva sedere sopra). Due sole erano le portiere e quattro i posti a sedere, per  offrire una inaudita e a dir poco, sconcertante, rara, scomodità.

Teoria della triangolatura

La spaventosa e rivoluzionaria Stimolatrice Vulvare, venne ideata  dai creatori della FiatPixar 3.1 di Torino, ingegneri, tecnici, motoristi, se nonché la prima galleria del ventoUna galleria del  vento è un'apparecchiatura che viene utilizzata per studiare l'andamento del flusso di aria attorno ad un corpo. Nel campo automobilistico è impiegata per i test aerodinamici e può essere a ciclo aperto (espelle il flusso all'esterno) o chiuso (il flusso resta in circolo). tra le conifere dell’Abetone, vicino Maranello,  vennero messi a disposizione giorno e notte ad effetto dimagrante, per mettere a punto la teoria della triangolatura dei tre pollici nel retto. Dove alla base, si trova l’uomo, ponendosi su questo poligono sperimentale ed immaginario. Negli altri due segmenti vi erano: la strada sicura, ma non in Italia e una vettura sicura, sempre fuori dai nostri confini. Il tutto, doveva formare una soluzione molto poco onerosa per il gruppo Fiat-PixarLa Pixar  Animation Studios è la più importante casa di produzione cinematografica specializzata in "computer generated imagery" (CGI), con sede in California. Il loro software di rendering è il migliore sul mercato. Dal 2006 appartiene alla The Walt Disney Company.... creare una perfetta forma geometrica; racchiudere in sé, la figura dell’automobile sicura, nella strada sicura, con l’uomo trasportato privo di qualsiasi pericolo all’interno del suo abitacolo. Sempre meglio però con tanto di casco protettivo integrale ben allacciato; non si sa mai... conoscendo la bagnarola. Uno slancio veramente portentoso da parte del fabbricante, creare ad arte, economicamente e velocemente, un’automobile da città e che fosse la più sicura possibile. L’Italia, culla delle auto da città, riuscì a sfoderare questo meraviglioso emblema di auto sicura. Un grottesco Gianduiotto per fini palati.
Le norme di sicurezza dettate nella circolazione stradale americana del 1970, erano assai severe a differenza di quelle vigenti in Italia. Lo sforzo tecnico creato dalla Fiatpixar 3.1, fu quello di creare una macchina che potesse fare breccia oltre Oceano. Dalla Sala Refezione di Torino, scaturirono questi bei 47 pezzi di scatolette a multivelocità: le ESV. Lo sfrenato scatolame, venne provata per la prima volta, presso l’Autostrada nazionale, alla presenza di un codazzo di giornalisti specializzati che ridevano sommessamente mordendosi il labbro, in compagnia di colleghi editori di riviste d’auto, anch’essi con tanto di occhiali da sole per non farsi beccare mentre si sganasciavano dalle risate. Non mancavano i vari addetti dell’Ufficio della sicurezza ben armati, quest’ultimi, di pannoloni per incontinenza senile. Erano intenti a sentenziare, riprendere, fotografare e commentare la strana creatura dal sapore vagamente missilistico.

Ottima per la pesca

Il morboso colore che ne ricopriva quasi tutta la carrozzeria, era di un giallo acceso, preso a costo praticamente zero, dai furgoncini OM dell’Associazione A.I.A.S.L'Associazione Italiana  Assistenza Spastici (AIAS) è un'associazione ONLUS presente in Italia, nata nel 1954 con sede centrale a Roma. Tutela e promuove i diritti delle persone in situazione di handicap, secondo quanto previsto dalla Costituzione italiana. Italiana. Gli stupidi fascioni paraurti di tipo perimetrale, vennero prelevati dai disegni di progettazioni dei girelli in uso dai poppanti. In realtà il vero ideatore di cotanta sicurezza strutturale, non era altro che il progettista di passeggini e girelli della Bebè Confort, un anonimo genialoide, un certo, Calogero Spezzacavezza di Foggia, classe ‘47. Gli sguardi caddero attoniti ed increduli sui bizzarri, enormi, fascioni, formare una sorta di cuscino in poliuretano molliccio e viscido al tatto, nascondendo i gruppi ottici e rendendo inefficace la guida al calar del sole.
Inaspettatamente ottima invece, per escursioni di pesca per quattro persone, su laghi e fiumi, ma non al mare, la salsedine l’avrebbe corrosa in brevissimo tempo! Grazie ai suoi fascioni di tipo perimetrale, la ESV 1500 godeva di ottima galleggiabilità e sorprendenti doti da veicolo anfibio. Purtroppo come su asfalto, così anche in soluzione acquatica (come diceva il grande Totò) la manovrabilità e la direzionalità, si riducevano di molto, sia al lago come in zona fluviale, per via delle sue piccole ruotine da 12 pollici. Così la ESV non mancò da subito, di far parlare male di se. Record assoluto nel fare sbellicare dalle risate, chiunque la osservasse, si sarebbe starnazzato per terra dal ridere, senza più riprendersi. Macchina sicura??
Purtroppo la Fiat decise di inviare una serie di queste carabattole in territorio americano. Certe, non ci crederete, arrivarono già con i terminali marmitta arrugginiti, pregio della qualità veramente scadente del modello 126 normalmente in commercio. Questo fu il contributo tecnologico dei tre marchi automobilistici Italiani, specializzati in microcar. I 17 esemplari trovatesi in suolo americano, vennero convertiti immediatamente in bagnarole da pesca con formidabili tendalini posteriori bicolore. I restanti 6 modelli, vennero rimodellati ad arte, divenendo delle boe ancorate al fondale, ottime come segnalatori notturni per il rientro dei pescherecci. Ancor oggi però, a pieno regime di funzionamento. Gli americani ringraziano il popolo amico di tale dono a duplice funzione.
PS - Per i più curiosi, 1500 non è la cilindrata unitaria del veicolo, ma la pesatura di sicurezza, cioè 1.500 lbs, pari a 680 Kg.”

Recensione inviata da Matteo Grasso di Catania

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MEERA

meera mini car india
INDIA La Meera (per esteso: Meerda) è un insieme di tecniche ascetiche e meditative di origine indiana che consentono il congiungimento del corpo, della mente e dell'anima con la tazza. Colui che è condotto dalla Meera è chiamato “Uomo di Meera” e sarà il solo a poter contemplare la sua Meera, penetrando il mistero posto nel proprio intimo primordiale, abbandonandosi ad ogni piacere ed effluvio, spirituale e carnale.

Il culto della Meera

Più di 50 anni fa, il sogno che ha realizzato di recente Ratan TataRatan Naval  Tata è un imprenditore indiano, presidente e principale azionista di Tata Group, la più grande azienda privata indiana. Dopo gli studi superiori compiuti in India, si è laureato alla Cornell University di Ithaca, negli USA. E' il nipote di Jamshedji Tata, il fondatore del gruppo Tata., di realizzare cioè, una piccola vettura per le masse con la quale motorizzare l’India (Tata Nano), era apparso durante una meditazione anche al grande maestro di yoga alla pesca & mangocago, Shankarrao Kulkarni, eremita congelato dal XIX secolo sulle cime dell’Himalaya che, grazie a precisi esercizi di controllo del respiro, riusciva a scorreggiare senza perforare i ghiacciai conservando la materia prima nel suo corpo. Ma nel 1949, dopo decenni di sacrificio, non riuscì più a trattenersi e scese finalmente al villaggio per dare forma al suo capolavoro: il primo prototipo della sua grandissima auto di Meera.
PROTOTIPO MEERA MINI CAR La saggezza e gli spasmi accumulati nel suo  eremitaggio stitico, lo aiutarono negli anni successivi a perfezionare e migliorare ulteriormente il suo concetto profetico, divulgando e tramandando ai suoi discepoli il culto della Meera.
L’apoteosi dello sforzo di Kulkarni divenne MEERA MINI CAR 1967 MODELLO DEFINTIVOrealtà nel 1967 all’interno del tempio, ormai evaporato, della Meera Automobile & Engineering Industries Pvt Ltd con sede a Ichalkaranji nell’India occidentale. Più piccola della Tata Nano, la Meera sarebbe potuta essere messa in vendita ad un prezzo di Rs 12.000 nel 1975 (ca. 900.000 Lire italiane): commercializzazione che all’atto pratico non partì mai in quanto Kulkarni, alla fine del progetto, ripiombò in un sonno meditativo intenso senza più risvegliarsi.
Il motore bicilindrico da 15 Cv, posizionato posteriormente, era anch’esso nella fase di ricerca interiore con un desiderio ardente di evoluzione spirituale, consentendo una velocità massima di 85 Km/h, abbiocchi permettendo. Cinque posti, quattro marce, tre portelle, di cui due sul lato passeggero, e un singolo tergicristallo, con una percorrenza teorica di 18 Km/l; tutte le componentistiche, compreso il motore, furono prodotte, speziate e cucinate localmente dalla moglie di Kulkarni, che negli anni di assenza del marito, nonostante si fosse guadagnata in paese una fama non troppo positiva, non le pregiudicò comunque un buon rapporto con il consorte; del resto in taluni comunità religiose il maiale è sacro e probabilmente... anche la maiala.

La reincarnazione

Secondo la leggenda il signor Kulkorna riuscì a prendere accordi per l’avvio della produzione in serie e a farsi garantire dai fornitori una capillare fornitura dei pezzi di ricambio, purtroppo il fallimento di quella che sarebbe dovuta essere la prima automobile a basso costo dell’India, fu causato principalmente dalla mancata approvazione del governo, incagliata più volte in ritardi e cavilli burocratici degni di un letargo ascetico da guiness. Lo stabilimento e il terreno nei quali si sarebbe dovuta assemblare la Meera furono assegnati intorno al 1975, alla più nota Suzuki, che sancì così il suo debutto operativo in India. Gli sforzi profusi dal maestro iniziarono a calare; cornuto e mazziato, Kulkarni tornò nel suo stato catalessico per un viaggio di non ritorno, ma la sua opera non fu vana e la sua anima si reincarnò in un’altra auto di Meera: la sua erede spirituale Tata Nano.
La saggezza insegna che dal letame può nascere un fiore e anche dalla Meera nacque una nuova vita, come poi sia stata beh... questo non potremo mai saperlo, ma sicuramente meglio aver avuto un’auto di Meera, che una vita di Meera. Meditate gente, meditate.


ANNUNCIO MERDA D'ARTISTA

ANNUNCI DI MERDA
”Venduta l’ultima opera del maestro Kulkarni, Meera d’Artista per 124.000 euro. Prenotati per altre merdacce accuratamente conservate e congelate dalle esperte mani della signora Kulkarni. Solo per intenditori...”



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