“Che dire di questa lavapiatti di lusso, in realtà ci sarebbe da dire ben poco perchè di Cygnet stesse ne hanno vendute ben poche, difatti delle 4000 unità annue, in 2 anni ne sono state costruite meno di 150 (143 per l'esattezza) e considerando che un discreto numero di queste 143 sono state costruite per essere esposte ai saloni (mi sembra di ricordarne una all'autosalone di Bologna del 2012, proprio affianco ad una Aventador) o messe in vetrina nei negozi di elettrodomestici (e anche qua mi sembra di ricordarne una nel reparto "casa" dell'Ipercoop), si può ben capire il flop che fu quest'auto dal fatto che il miglior cliente di Aston Martin per questa vettura, fu la Aston Martin stessa.
Questa super-micro-car, nasce per volere dell'Ex (per fortuna) CEO di Aston Martin Ulrich BezUlrich Helmut Bez è un ingegnere ed imprenditore tedesco, CEO di Aston Martin fino al 2013, quando lasciò l'incarico per ricoprirne il ruolo di presidente non esecutivo. Laureato presso l' Università Tecnica di Berlino, durante la sua carriera è stato responsabile per la progettazione e lo sviluppo in Porsche, BMW e Daewoo Motor., e dal fatto che la casa inglese necessitasse di un metodo veloce per ridurre le emissioni della propria gamma.
L'idea di Ulrich di produrre una city car basata su qualche altra vetturetta già in produzione fu bocciata da tutto il resto della dirigenza Aston (che strano), ma Ulrich non si arrende, e da solo, con la sola forza data dalle sue droghe pesanti, nel 2010 annuncia che sarebbe stata prodotta la citycar di lusso che tanto sognava (che culo), a Gennaio 2011 la Cygnet viene messa in vendita. Alla fine questo elettrodomestico risultava essere una versione lussuosa delle Toyota iQ, con cui condivideva la quasi totalità delle componenti meccaniche e della carrozzeria, difatti, a parte un paraurti leggermente ridisegnato per metterci a forza la calandra che Aston Martin si tira dietro dalla DB7 del 1522, i fari posteriori, anch'essi ripresi dalla produzione di auto ben più prestigiose dello stesso marchio (ma qui riadattati per stare nel microscopico spazio verticale dei fari originali della iQ), l'auto da fuori è una normalissima lavapiatti Toyota con il patacchino Aston Martin.
Se per un qualsiasi caso (o per un errore della probabilità, visto che non ne è stata venduta quasi nessuna) ve ne fosse passata una davanti, e se non vi foste concentrati a guardare proprio lei (o la faccia di minchia che l'ha comprata) l'avreste scambiata per una iQ senza troppi problemi, o per una lavatrice Wirpool con le rotelle che è scappata di mano a qualcuno e che ora sta sfrecciando giù per una strada in discesa discesa. Anche da un punto di vista motoristico e meccanico troviamo sempre i pezzi (...di merda?) della iQ.
Il motore è il classico benzina da 1329cc da 98CV che vediamo anche sulla iQ e sulla lavatrice Rex “Pocket42”, idem per sospensioni (che è doveroso dire siano piuttosto eccellenti in fatto di confort per la categoria) e tutto il resto della meccanica. Alla Aston Martin non si sono degnati nemmeno di farci un assetto un filo racing come nel caso della Smart Brabus (che all'epoca della Cygnet costava 20 000€, tenetelo presente per dopo).
Aprendo lo sportellino per la candeggina, si ha accesso (ascesso) all'abitacolo, inutile dire che la Aston Martin ha scelto proprio gli interni della vettura per giustificare la sua esistenza, difatti i tecnici inglesi, hanno preso in consegna il lavoro degli idraulici giapponesi che hanno progettato la cesta per il risciacquo dei panni, e hanno tentato di trasformare il tutto in un salotto in formato mini, il problema è che ci sono riusciti solo in parte, infatti tutta la console, con schermo, bocchette e manopolino sono rimasti invariati dalla iQ, idem per il volante, che evidentemente costava troppo metterci quello di una DB9, pure i sedili sostanzialmente sono invariati nelle forme, oltre a ciò certe plastichine a destra e a manca hanno mantenuto gli occhi a mandorla.
Quindi, abbiamo un auto esteticamente uguale all'auto da cui deriva, con la stessa meccanica e le stesse prestazioni, gli interni sembrano solo un allestimento un po' costoso della iQ normale, cosa manca per decretare un flop totale delle vendite?
Direi che oramai ci sia tutto... ah no! Il prezzo: e qua bisogna prendersi un momento. La iQ normale qui in Italia era venduta dal 2009 in 2 configurazioni, una con climatizzatore e l'altra senza, ambodue le versioni si aggiravano intorno ad un prezzo di 12.000€, secondo voi la Cygnet, che se non fosse per qualche pelle e tessuto degno di nota sparso qua e la nell'abitacolo è UGUALE alla iQ da 12.000€, a quanto ve la vende Ulrich? 18.000? beh ci starebbe dai... ma no, non ve la vende a 18.000... allora 24.000€?... purtroppo non sono nemmeno 24.000€... Signori e signore, qui stasera per voi, con i suoi 39.000€, che diventano 50.000€ nelle versioni più top (azz... manco full optional è?), si aggiudica il premio come lavapiatti più costosa del mondo, la Aston Martin Cygnet!
Dopo 2 anni, e una giustifica alle poche vendite da parte di Ulrich che dava la colpa ai plurilaureati tecnici Aston Martin, incapaci di soddisfare le innumerevoli richieste (e mi immagino quante), che secondo il CEO non sapevano mettere il marchietto Aston Martin sulle iQ abbastanza in fretta da soddisfare la richiesta (ben 143 in 2 anni lo ricordo)... i vertici Aston Martin si accorgono della cazzata, e la nuova direzione del marchio, capeggiata da Andrea BonomiFinanziere milanese che si è formato nel mondo anglosassone e ha coltivato la sua passione per la finanza lanciando il fondo Investindustrial. Ha risanato Ducati, è azionista di BpM ed è un grande esperto e amante di motori. Ha rilevato il 37,5% della casa automobilistica Aston Martin., si dà come obbiettivo di togliere immediatamente la Cygnet dal mercato e promettere che non verrà mai più fatto un errore del genere, cosa in cui per fortuna riescono, e di rinchiudere Ulrich in manicomio. Quando i paramedici trovano Ulrich in camera seduto sul pavimento, si accorgono che sta giocando con un pupazzetto di James Bond alla guida di un modellino di lavatrice...
A oggi, Ulrich passa le sue giornate nella sua cella di isolamento spugnosa a sussurrare fra se e se che l'unico motivo per cui la Cygnet è uscita dal mercato è perchè l'anno successivo anche la iQ sarebbe stata tolta di produzione e lasciata senza eredi, e a rincuorarsi che in realtà la cifra di 4000 esemplari l'anno è stata ampiamente superata, grazie a tutti coloro che vogliono dire di avere una Aston Martin ma non ne possano permettere di categoria superiore.
Per far capire che danno di immagine sia stata la Cygnet per l'Aston Martin, pure tutti quegli esseri della razza tamarroide che trucca le Panda o le Punto per farle assomigliare ad un'Audi A4, si è tirata indietro da fare bodykit che, in maniera molto facile, trasformino la iQ in una Cygnet.”
Recensione inviata da Adrian Zanoli di Modena
3 Commenti
Dai che non è male, sembra un rasoio per signore, o l'autoscontro dei luna Park del futuro. Comunque stavolta il "recensore" è stato un tantino distratto nella punteggiatura e sgrammaticato nelle concordanze.
hai pienamente ragione fanno proprio schifo, il bello che girano per le strade ste merde!
... Ahahahahahahaha... Il barattolo formato Polizia Svedese sul carriolo... Impagabile... Spero che si tratti di un ritocco fotografico... È talmente insulso, 'sto barattolino, che non riesce nemmeno a farmi venire il butto. Mi fa solo sghignazzare.
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