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ALPINE A310 ..by Luciano De Dionigi

ALPINE A310 
LE VOSTRE RECENSIONI “Ovvero: come gettare in un pozzo nero anni di prestigio faticosamente conquistato.”

“Preambolo: nel 1963, quando vide la luce, la Porsche 911 non era la “supercar” d’oggigiorno ma una bella vettura sportiva, mossa da un onesto 6 cilindri boxer raffreddato ad aria, di 130 HP e con un prezzo base non proprio inavvicinabile. Nelle competizioni su strada e nei rally non stravinse in quanto dovette vedersela con altreALPINE A110 rivali  tra cui la nostra Fulvia HF e, soprattutto, con l’Alpine A110, una “belvetta” piccola e cattiva, non facile da domare ma agilissima, dalle linee tondeggianti e aggressive, con motorizzazioni (da non credere!) Renault. Per inciso, viene da pensare che “Mamma Renault”, in campo sportivo, abbia ben poco a che vedere con certe AdM appioppate al largo pubblico, e i successi in F1 lo dimostrano (Mentre le Porsche in F1 non brillarono). In sostanza non pare azzardato affermare che l’A110 fu una sportiva molto apprezzata tra gli specialisti.
I guai cominciarono quando si trattò di sostituire tale vettura con qualcosa di più “commerciale” e cioè l’A310, presentata nel 1971 al Salone di Ginevra come sostituta della gloriosa A110. Uno dei motivi del mancato successo dell’A310 fu l’“imborghesimento” – o, per meglio dire, “imbolsimento” - della vettura rispetto all’A110 e ciò fece storcere il naso agli appassionati, che oltretutto l'avevano attesa a lungo, infatti l’azienda aveva annunciato con un certo anticipo l'arrivo della nuova vettura. L’A310 proponeva linee completamente nuove rispetto a quelle arrotondate dell’A110. Era infatti caratterizzata dalle forme spigolose tipiche degli anni '70,  nei quali molte aziende fecero a gara nel proporre dissenteriche banalità spacciate per scelte “anticonformiste”.
I fari anteriori non erano più tondeggianti e ricoperti da carenatura sporgente, ma rettangolari e a filo con il muso, una tipica testimonianza dello stile dell’epoca, un’epoca in cui i designer si sforzavano d’essere originali a ogni costo col frequente risultato di perpetrare nefandezze estetiche. Posteriormente, il padiglione era anch'esso spigoloso e la coda era caratterizzata da un lunotto semicoperto dalla tipica "tegolatura" presente su alcune sportive dell'epoca, come per esempio le Lamborghini Miura  (Ehi, dico, la provocazione può anche starci ma “bestemmiare in chiesa” no!). Tale soluzione sarà però presto eliminata, a riprova che l’effetto sbornia si stava forse dissolvendo. Il look era reso cattivo (questo termine non è mio, io avrei usato il termine “demenziale”), in fiancata, da grossi parafanghi bombati, che fecero la fortuna di molti carrozzieri, in quanto invisibili in manovra con ovvie conseguenze.
Della sua predecessora, l’A310 riprende la meccanica delle ultime versioni, a sua volta ripresa dalla R16. Il motore era quindi un 4 cilindri da 1605 cc in grado d’erogare una potenza massima di 125 CV a 6000 giri/min, con una coppia motrice di 150 Nm a 5000 giri/min. La velocità massima sfiorava i 210 km/h. Il dato era leggermente peggiorato rispetto alla A110 (Pure... Anvedi ‘a fetecchia!), a causa dell'aumento di peso del corpo vettura. Il cambio era a 5 marce e i freni erano a disco sulle quattro ruote. Le prestazioni leggermente inferiori rispetto all’A110 costituirono un ulteriore colpo all’A310: la gente non la vedeva come un'evoluzione dell’A110, ma come una involuzione, tuttavia, visto quante ne ha combinate, si dubita che Mamma Renault abbia cacciato i responsabili a calci nel fondoschiena. Come non bastasse, nel 1973 l’A110 arrivò a vincere il Mondiale Rally e ciò fece sì che l'opinione pubblica si rivolgesse ancor più a favore della berlinetta anni '60 (Per la serie “Và avanti tu, che a me viene da ridere”). Nel 1973, l’A310 fu dotata dell’iniezione elettronica, presa dalla R17 Gordini (Toh, chi si vede: la fetecchia “minor” che dà una mano alla fetecchia “major”), così da far guadagnare in termini di linearità d’erogazione. La potenza aumentò leggermente, di soli 2 CV, a un regime di 6450 giri/min.
Per far fronte alla carenza di vendite, ne fu proposta anche una versione “Vorrei ma non posso”, equipaggiata dal 1647 cc da soli 95 CV, che però non portò grossi benefici dal punto di vista delle vendite; in proposito si bisbiglia che i responsabili volessero recarsi a Lourdes in incognito, ma poi non se ne fece nulla: troppa paura, nonostante i luoghi santi, d’essere identificati e malmenati. A causa di ciò, le vendite assai modeste spinsero la Renault ad acquistare l’Alpine e prenderne interamente la gestione (Per la serie “Peggio la toppa dello sbrego”).
Fu così che nel 1977 arrivò un restyling, in occasione del quale l’A310 perse il suo 1.6 a 4 cilindri, ritenuto inadeguato per una vettura del genere, e ricevette il PRV V6 da 2664 cc, che sull’A310 era in grado d’erogare 150 CV a 6000 giri/min, con un picco di coppia di 208 Nm a 3500 giri/min. Ciò era reso possibile da una profonda rivisitazione del tranquillo V6 da 125 CV preso dalla R30 (altro bel cassone semovente). La velocità massima era di 220 km/h, il che la poneva in concorrenza con la Porsche 911 (Troppo tardi, ormai lo sputtanamento era irrimediabile). Nonostante voci messe in giro per screditare ulteriormente l’A310, voci che volevano la vettura poco stabile, l’A310 seppe smentire tali malelingue, dimostrandosi sicura e maneggevole (Si dice peraltro che i giornalisti responsabili della smentita furono poi radiati dall’ordine, vero o falso?).
Per rilanciare l’A310 (aridaje, n’artra vòrta!), si pensò d’utilizzarla a partire dal 1978 nelle competizioni: in effetti, l’A310 riscosse anche diversi successi, come il Campionato Francese di Rally (vinto da Guy Frequelin nel 1977... capirai!), ma di fatto non riuscì a far breccia nel cuore degli appassionati. Nel 1982 arrivò una versione equipaggiata da un pacchetto "GT", comprendente cerchi maggiorati da 15 pollici e le solite, repellenti appendici aerodinamiche, di dimensioni ancor più repellenti.
Poco dopo arrivò una versione denominata “Boulogne” (Sòcc’mel!), equipaggiata dalla nuova evoluzione del PRV, della cilindrata di 2849 cc ed in grado di sviluppare 193 CV di potenza massima. L’A310 fu tolta di produzione alla fine del 1984.”

Recensione inviata da Luciano De Dionigi di Padova

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30 Commenti

Claudio ha detto...

No, la mitica Alpine non me la dovevate proprio toccare.

pietro mastroleo ha detto...

Gobbona portasfiga!

Panizzardi Carrozzerie ha detto...

è solo stata sfortunata perkè aveva alle sue spalle un'erede come la A110... poi per il resto è un bel pezzo di storia!

pietro mastroleo ha detto...

Gia steticamente quest'auto dimostra che la sfortuna arriva principalmente quando uno vuole strafare senza avere niente di suo; qui l'hanno fatta arrivare con il corriere espresso! A Renault è rimasto il cero acceso in mano si, ma per l'intero progetto, il fiasco è stato anche di Citroen e di tutto il gruppo PRV. Ben gli sta ai costruttori di mozzi a 3 perni, code mosce, motori fumanti, ecc.

andrea 72 ha detto...

a me l'alpine non mi dispiace!!!ANZI....

Anonimo ha detto...

La 110 e stata un "mostro sacro" dello sport automobilistico, vincendo oltre che nei Rallye, persino a Le Mans.
Niente a che fare dunque, con la Bitumiera a 4 ruote della 310!!

La 110 nacque dall'amore e dalla grande passione di un driver Rallysta Francese, J. Rédélé e fratello di un Concessionario RENAULT a Dieppe, in Francia.
Jean, correva con le vetuste Renault 4 CV e nel 1954 con una R. 4 CV preparata, vinse la Coupe des Alpes. Così cominciò a costruirsi una piccolissima coupè sportiva con un motoretto posteriore da 750 cc e con soli 38 CV, che la chiamò ALPINE MILLE MILES.

Fondò persino una Società, con il nome di "Societè des Automobiles Alpine.
Poi il resto lo conosciamo benissimo e molto ben recensito da AdM.

Luca

Anonimo ha detto...

QUESTA BETE A GAGNER ERA UNA TOP CAR.AL MUSEO DEL PRINCIPATO DI MONACO CE N'E' ESPOSTA UNA.BELLISSIMA,PICCOLINA CATTIVA AGGRESSIVA.ALTRO CHE AUTO M....UN AUTO DA SOGNI.

luciano ha detto...

Parla dell'A110, oso sperare...

Anonimo ha detto...

L'A110 è la miglior Alpine, assolutamente.
L'A310 è proprio un cassone ambulante, non mi piace per niente.

Anonimo ha detto...

Sicuramente la A310 ha havuto una eredità scomoda dalla A110 ma chi esagera nel disprezzarla sicuramente è chi la mattina alzandosi dal cesso non sà disdinguere se la merda sta dentro o fuori.

Anonimo ha detto...

Perche tu che auto hai Luciano?! Ps se devi sputtanare una macchina fallo a parole tue non facendo copia incolla da wikipedia! Ridicolo!

luciano ha detto...

Punto primo. Ho la migliore macchina del mondo: quella di cui uno non ha bisogno.
Pinto secondo. Il copia incolla da Wikipedia non lo faccio sempre, e in ogni caso è solo una traccia in cui inserisco qualche commento talmente strampalato che prenderlo sul serio è da diversamente intelligenti.
Punto terzo. La macchina in oggetto non è sputtanata da me; è stata sputtanata dal mercato.
Punto quarto. Ho dedicato anche troppo tempo a un troll sapientino, per cui passo e chiudo.

enzo ha detto...

Peccato che l'Alpine A310 avesse quel posteriore orribile, forse per esigenze aerodinamiche, perché per il resto era proprio un gran bel coupé.

luciano ha detto...

Non discuto il tuo senso dell'estetica, caro Enzo, però per il mercato, ma soprattutto per certi "buongustai", l'A310 non fu degna erede dell'A110. Questo è quanto volevo sottolineare, punto e basta.

enzo ha detto...

Caro Luciano.
Sul fatto che l'A310 non fu la degna erede della A110, non ci piove. Infatti nel mio commento, come da mia abitudine in genere, ho espresso il mio opinabile parere sulla automobile in questione. In linea di massima evito di fare paragoni, che nello specifico sarebbe stato piuttosto ingeneroso nei confronti dalla A310; l'A110 era di una bellezza fuori dal comune, oltre ad avere un palmares sportivo a dir poco eccezionale. Perdona il ritardo nella risposta.

mezzotoscano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

la a110 non si discute; certo, la 310 c'ha quel culone... si poteva fare di meglio!!! ma la a610??? quella mi piace veramente, specie l'ultima versione di metà anni 90, una gran bella fuoriserie!!!!
gio

Anonimo ha detto...

" il padiglione era anch'esso spigoloso e la coda era caratterizzata da un lunotto semicoperto dalla tipica "tegolatura" presente su alcune sportive dell'epoca, come per esempio le Lamborghini Miura"... si ma sulla miura stava bene

Anonimo ha detto...

Premetto che non sono esperto ne tanto meno collezionista, esteticamente la A310 a me non dispiace, l'errore commesso a mio parere è stato semplicemente quello di non aver montato un motore più potente da subito, se avessero commercializzato il v6 da 190 cv, magari affiancato da un 2 litri da 150 cv ne avrebbero vendute molte di più. invece hanno messo in commercio un'auto con prestazioni inferiori all'antesignana motivo per cui nessuno avrebbe sostituito la vecchia con la nuova.

Anonimo ha detto...

Io credo, che bisogna anche ricordare il contesto in cui si viveva nel 71, quando la benzina era alle stelle e non era facile fare il pieno alle vetture.
Forse non era una scelta cosi errata, quello di montare i propulsori meno "cattivi".
Se non ricordo male, nel 1976, la A 310 V6, era una 2700 e che a 6000 giri. sviluppava solamente 150 CV.
Ricordo la seduta guida bassa, con sedili molto ergonomici e feltro riempire l'abitacolo.
Ancora a mio avviso, tecnicamente era ben lontana da una vera auto sportiva; nonostante la carrozza in resina, pesava a secco appena più di 1000 Kg, non andava oltre i 220 Km/h - la carreggiata posteriore era solo di 1.43m, e con una luce da terra di 16cm (come quella di una F. Panda 1000 Fire 4x4) e le ruotine 205/70 raggio "13" dove doveva spingersi oltre?

Anonimo ha detto...

In tutte le prove comparative, tra cui una di Auto Capital con Gtv6 e 944, la 310 V6 stracciò le rivali. Per spunto, maneggevolezza, equilibrio, freni. Ma anche comfort e perché talmente fluida da sembrare a motore centrale. Bellissima la strumentazione, fantastico il posto guida. Questo blog è più un tentativo di modesto avanspettacolo che crocicchio di esperti. Impossibile ripetere la A110, ma non per questo tutte le Lambo sono AdM perché post Miura...

mezzotoscano ha detto...

Vedete, signori? Il sig. 21 si accorge che questo non è un cenacolo (è più corretto il termine "cenacolo" che non "crocicchio", sig. 21) di esperti. Quindi chi vuole darsi le arie da esperto è invitato a rompere i coglioni altrove.

Anonimo ha detto...

Avantspettaculista risponderebbe a tuttologo 21. credo che l'Alfetta GTV6 2500, era lievemente fuori corsa come prestazioni rispetto a Porsche 944 e A310. Sospetto però la 310 essere nettamente superiore alla 944 a meno che la prova comparativa da lei descritta, si trovasse all'interno della rivista di AnalCapital. No perché la 944 di CV ne aveva ben 70 in + della 310. Persino i cavalli/litro la 310 era in deficit di 33 CV-litro La Porsche risultava essere + veloce della rivale per ben 24 Km/h - non era solamente la velocità massima ad essere nettamente superiore. Anche il fatidico 0/100 era a tutto vantaggio per la tedesca impiegando quasi 2 secondi in meno della franciosa. Stesso identico valore anche per lo 0/1000 metri. la Alpine impiegava solamente 1,1 sec in più della Porsche sullo 0/400m. Ancora, la 944 dentro era assai più confortevole e spaziosa (ancora più belli gli interni dell'Alfa R), con un bagagliaio quasi da berlina, mentre il bagagliaio della A310 era buono per custodire una museruola da barboncino nano e qualche pallina da tennis. Per concludere, dubito fortemente che la 310 lanciata a 130 Km/h, si sapesse arrestare in poco più di 70m di spazio, come per la diretta rivale.

Anonimo ha detto...

Di nano oltre al barboncino c'è il tuo cervello: la 944 2.5 aspirata, che ho avuta e venduta dopo sette mesi, aveva 156 cavalli e nello 0-100 non stava sotto gli 8 secondi. Venivo dalla 924 e fu una seconda delusione. La Gtv per prezzo caratteristiche e cavalleria era una rivale diretta. La prova di cui parlo è reperibile sul web: basta citare le tre auto ed aggiungere il nome della rivista e ne trovate la scansione su un sito di porschisti. Se poi un'auto di merda è tale per il bagagliaio allora son capitato in un sito di agenti di commercio. Qualcuno lo potrei assumere ma dubito che dopo il colloquio gli darei altre mansioni che non pulire il cesso. Però datemi retta parlate di calcio di pastasciutta di politica ma non di macchine.

Anonimo ha detto...

.... Mi chiederò sempre se i cugini d'oltralpe, riusciranno mai a partorire un qualcosa di esteticamente accettabile...

Anonimo ha detto...

Si vede che non capisci NULLA delle auto sportive,ti parla uno che ne ha provate e possedute tante come la alpine a310 e ti posso assicurare che e'perfetta nella guida,prima di parlare di auto di merda dovresti provare a guidare un AUTO,non merdate turbodiesel moderne

Anonimo ha detto...

Incompetenti che discutono senza averla mai provata!!!!!ma meglio cosi'altrimenti gli improvisati"piloti" attuali non sapendo guidare senza controlli elettronici si sarebbero certamente schiantati

continental ha detto...

Prima di parlare male di un auto meglio guidarla!!!ammesso che chi l'ha giudicata abbia la patente o sappia cose!!!!

Anonimo ha detto...

Come si possa definirla auto di merda...e' tutto l'opposto.

Anonimo ha detto...

Forse, preferisco molto di più la precedente Alpine A110!

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