“La Maestro è un'autovettura prodotta dalla British Leyland (in seguito Austin Rover) tra il 1983 ed il 1994, e venduta anche fuori dai confini della Gran Bretagna inizialmente con marchio Austin in tre esemplari e successivamente Rover per i rimanenti due.
Nata nel 1974, suo scopo fu quello di sostituire la Austin Allegro (vettura estremamente triste e così battezzata in osservanza alla legge dantesca del contrappasso) che non aveva ottenuto del tutto il successo sperato.
Occorreva, quindi, produrre un nuovo e più appetibile modello ma la crisi finanziaria della British Leyland non solo non consentiva grossi investimenti, ma costrinse anche i progettisti a ricercare soluzioni tecniche semplici e poco costose da realizzare: in sostanza si prese il modello di livello inferiore, la Austin Metro, si chiamò una squadra di rugby di ultima serie, e si impose ai più sfigati fra i giocatori di tirare dai quattro lati la povera utilitaria.
Ne uscì, praticamente già finito e rifinito, il primo esemplare della Maestro. Tanto per mantenere la coerenza, anche il nome stesso della vettura fu tirato con due cordicelle e due lettere, solo per caso una “e” ed una “s”, vi furono inserite a casaccio, al fine di ottenere un nome credibile per una vettura che può, a buon diritto, inserirsi tra le più brutte in assoluto della storia dell' automobile.
Naturalmente, su un modello nuovo si eliminarono le poche cose buone (ammesso che mai ce ne fossero) di quello vecchio: le sospensioni Hydragasle Hydragas sono un'evoluzione del precedente sistema Hydrolastic. Vennero introdotte nel 1973 sulla Austin Allegro. Il cuore del sistema sono le unità dislocatore (displacer), caratterizzate da sfere contenenti gas azoto in pressione, che vanno a sostituire le tradizionali molle d'acciaio. vennero eliminate in favore di un semplice avantreno MacPherson e di un retrotreno a ruote interconnesse. La trazione, ovviamente, rimaneva sulle ruote anteriori, mentre il cambio era manuale a 5 marce e l'impianto frenante di tipo misto.
Dal punto di vista estetico la Maestro, lanciata nel 1983, era una vasca da bagno non particolarmente attraente. La carrozzeria “suonava vuoto”, le portiere offrivano una resistenza alla chiusura di 12 grammi tanto erano di qualità, bastava appoggiare un pollice per traforare le lamiere. L'unico componente incredibilmente robusto era il paraurti anteriore in metallo ad assorbimento zero, cosicchè ogni minima toccatina in parcheggio provocava irreparabili danni alla scocca, trasmessi attraverso i possenti ancoraggi del paraurti.
La vettura possedeva invero delle doti stilistiche alquanto modeste, che le valsero l'infelice soprannome di "papamobile", anche se per la sua categoria vantava di notevole spazio interno, ma nelle versioni economiche le finiture lasciavano a desiderare: si, a desiderare di non avere mai fatto l'errore di acquistare quell'obbrobrio.
I modelli “Vanden Plas” sfoggiavano un sintetizzatore vocale che spesso segnalava problemi inesistenti all'olio e alla benzina, e avvisava di allacciare le cinture anche quando erano già allacciate. A tale proposito, veniva installato sul sofisticato strumento un messaggio preregistrato con la voce del titolare della concessionaria, che ripeteva ad intervalli di 10 minuti circa una frase rassicurante del seguente tenore: “Ma come ho fatto a trovare un pirla come te a cui vendere 'sto rottame?”
Nel 1984 venne lanciata anche la versione sportiva Maestro MG, con motore di 1596 cm³ bicarburatore da 103cv, che si distingueva per una caratterizzazione sportiva molto accentuata: spoiler anteriore, bandelle sottoporta, alettone posteriore in gomma nera e interni sportivi ed, infine, un benzinaio sempre seduto sul sedile posteriore, in quanto i consumi, già elevatissimi su tutta la gamma, divenivano esorbitanti sulla versione sportiva.
Ma nel 1985, a causa dei problemi di funzionamento, la Maestro MG abbandonò il vecchio R-series di 1,6 litri in favore di un 4 cilindri S-series di 1994 cm³ aspirato a iniezione da 115cv (Maestro MG EFI) o turbocompresso a carburatore da 150cv (Maestro MG Turbo): in quest'ultimo caso i consumi crebbero fino a potersi paragonare con quelli dello Space Shattle Columbia che, in quegli anni, muoveva i primi voli nello spazio interplanetare. Quest'ultimo, tuttavia, presentava degli aspetti assai più confortevoli per gli occupanti.
La commercializzazione del modello sul mercato italiano cessò nel 1987, quando, dopo l'acquisizione della Austin-Rover da parte della British Aerospace (appunto, lo Shuttle!), il marchio Austin venne soppresso. In Inghilterra, dove la vettura aveva qualche affezionato, e in altri mercati d'Europa continuò la vendita della Maestro con marchio Rover.
Indubbiamente, a pensarci bene, oltre ad essere un vero e proprio scherzo malriuscito della tecnica, la Maestro portò pure una gran sfiga ad entrambi i marchi che ebbero la disavventura di esservi installati sulla mascherina: l'Austin che fallì nel 1987 e la Rover che subì la stessa sorte nel 2005.
La parabola della Maestro, tuttavia, era in fase discendente persino in patria e dal 1992 la gamma venne ridotta alle sole versioni diesel. La produzione cessò definitivamente nel 1994. Amen.
Chi ha scritto questa breve recensione ebbe la disavventura di acquistare una Maestro nel 1985, per poi rifilarla ad un concessionario poco più di un anno dopo, rimettendoci ovviamente un bel po' di quattrini. La peggiore auto in assoluto: rumorosa, dai consumi folli, prestazioni pietose, sempre puzzolente di benzina all'interno e, ciliegina sulla torta... la rottura della cinghia della trasmissione dopo un mese dal termine della garanzia di un anno (allora era così breve). Chi la ritirò per due soldi ebbe conati di vomito alla consegna, ma si trattenne, mosso da evidente pietà per il sottoscritto.
Signori! Qui non sto a dire menate! La Austin Maestro è una vera, garantita, certificata AUTO DI MERDA!”
Recensione inviata da Paolo Degrassi di Torbole Casaglia
4 Commenti
Questa vettura non ha proprio nulla da insegnare,nonostante il nome!
Bestiale,quando ne ho avuto purtroppo a che fare era il 1986 e mio padre che non capisce tutt'ora niente di macchine la compro' dopo la metro...penso dallo stesso truffatore concessionario...abbiamo fatto un viaggio in Grecia con un carrello tenda attaccato dietro e penso che ci abbiamo messo una settimana da vENEZIA..LA COSA CHE MI RICORDO DI PIU' SEBBENE AVESSI 12 ANNI ERA LA PUZZA DI BEMZINA ALL'INTERNO...da sforzi di vomito,io e mia sorella vomitavamo sempre in quella macchina...veramente NA MACCHINA DE MERDA CERTIFICATA 100%
... Vacca zio, che roito che riaffiora dalla memoria... Mamma mia, che ruttazzo orrendo. A quei tempi, in compagnia, c'era un tizio che se l'era comprata nuova: un fegato inumano, o una demenza totale, ancora non l'ho capito. Si evitava accuratamente di spostarsi anche solo per qualche metro, con il roito, il tipo, veniva evitato come la peste suina, sia perché se si veniva visti a bordo dell'oggetto, si veniva derisi a morte, sia perché fumarci dentro, era impossibile, se non a sprezzo supremo del pericolo: si rischiava, infatti, di dare fuoco alla pestilenza di benzina all'interno, sempre costante, col rischio, come poi si è visto succedere, di trasformare il roito in una sorta di razzo per chissà dove. Naaah, meglio girare a piedi...
La sostituta indegna dell'Austin Allegro, anche se neanche l'auto che l'ha preceduta era esattamente un granchè!
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